D. CUBA

 

Fotografie di Emma Bucelli

La mia ricerca parte mesi fa quando un amico mi ha citato per la prima volta Danilo Cubattoli e la sua storia, attirando subito la mia attenzione. Le informazioni online però non hanno mai racchiuso i dettagli che desideravo, così ho iniziato a documentarmi tramite libri biografici.

La svolta è avvenuta grazie a Lorenzo Bojola, presidente di un’associazione dedicata a Don Cuba, che ho personalmente contattato: mi ha rivelato aneddoti frutto di un lavoro di archiviazione durato più di dieci anni, ma soprattuto ha reso possibile un incontro con Adriana, una delle persone più legate e a stretto contatto con “Il Cuba”.

La mia storia parla di una persona deceduta quindici anni fa che ha contribuito a cambiare non solo il territorio fiorentino ma anche quello nazionale: è un progetto che nasce dalla voglia di dare voce e riscatto a tutti coloro che rimangono nell’ombra.

Adriana proviene da una famiglia contadina del grossetano: si sposta a Firenze per una promessa di lavoro ma il proprietario, una volta arrivata, ritira l’offerta lasciandola sola e con niente tra le mani.
Cerca l’abitazione di un’amica conosciuta durante gli anni di collegio: davanti al portone trova però ad accoglierla un uomo, il Cuba, che la lascia entrare in quanto scambiata per l’ospite che stavano aspettando, nonché l’attuale fidanzata di Steve, ragazzo che in futuro diventerà il compagno di una vita di Adriana. Quest’ultima, ripensando al marito, aggiunge con una risata:

“Prima di ritornare a Grosseto fissammo per prendere un caffè, ma nessuno dei due aveva soldi per pagarlo”.

Luogo dell’ex edicola di Santa Maria Novella, adesso diventata un Tabacchi, che aveva promesso un lavoro ad Adriana.

Sull’estrema sinistra, Adriana da giovane in uno scatto fatto dal Cuba.

Lettera di un carcerato inviata a Don Cuba

Interno della casa in Via Del Drago D’Oro: la terrazza era vista dai quattro come un luogo di confronto e ritrovo.

Interno della casa in Via Del Drago D’Oro: stanza di Don Cuba.

Nella foto Ghita Vogel durante un pranzo nella casa in Via Del Drago D’Oro.

Nella foto è ritratto Steve, il marito di Adriana venuto a mancare pochi anni fa.

Interno della casa in Via Del Drago D’Oro: salotto posto accanto alla sala da pranzo, ognuno dei quattro aveva la sua poltrona.

Lettera di aiuto di un detenuto di Sollicciano spedita a Don Cuba.

Interno della casa in Via Del Drago D’Oro: alcune foto ricordo unite a quelle dei ragazzi di San Frediano recuperati dal Cuba e Ghita Vogel.

Dettagli dell’interno della casa in Via Del Drago D’Oro.

Fotografia realizzata dal Cuba a dei ragazzi di San Frediano che corrono per Piazza del Cestello.

Piazza del Cestello in San Frediano, un luogo simbolo e di ritrovo sia per il Cuba che Adriana, Steve e Ghita.

Fotografie realizzate dal Cuba a dei ragazzi di San Frediano.

Adriana nella sua colonica nelle colline fiorentine: dietro di lei il loggiato dove i quattro si sono ritrovati spesso a condividere pranzi e cene in compagnia, o meno, di detenuti portati dal Cuba.

Sull’estrema sinistra, Adriana da giovane in uno scatto fatto dal Cuba.

Quando Ghita Vogel acquistò una colonica nel Chianti propose ad Adriana e Steve, che avevano il sogno di muoversi dalla città verso la campagna, di comprarla pur non sapendo che in realtà erano già interessati a farlo.

 

“I’ Cuba, perchè nessuno lo chiamava mai Don Cuba, era un uomo prima di essere un prete. Non ti diceva mai di andare in chiesa, di pregare o che religione seguire. Ti accettava per com’eri: se non eri cattolico o se eri un carcerato, non importava. Accettava tutti e portava sulle proprie spalle il peso ed il male degli altri”.