Lamin’s first article

 

Fotografie di Giacomo Ostini

Circa un’anno fa’ sono entrato per la prima volta a “borgo Mezzanone”.
Un ghetto formatosi in 20 anni attorno a un’ex centro di accoglienza abbandonato a 20 km sud-est dalla città di Foggia, in provincia di Manfredonia.
Oggi, più di tremila immigrati da tutto il mondo vivono qui in attesa dei propri documenti. Per il rilascio del permesso di soggiorno, la questura, si riserva tempi interminabili.

Nel frattempo, per sopravvivere, sono costretti a lavorare senza contratti, nei campi che riforniscono la maggior parte dei supermercati italiani e internazionali sotto il rinomato
marchio “made in Italy”. Senza una possibilità di affitto o di lavoro regolare gli viene negata la possibilità di costruirsi una vita.

Nel corso di 20 anni hanno costruito una vera e propria città, con quasi qualsiasi attività possa servire quotidianamente, da supermercati ai parrucchieri a un forno che ogni mattina fa il pane. Il ghetto cresce nella più totale mancanza di norme sanitarie e di sicurezza, gli abitanti sono vittime di sfruttamento, abusi e le donne che non riescono a lavorare nei campi vengono sfruttate come prostitute.
Lo stato italiano, pur conoscendo bene la situazione non se ne occupa.
In pochi si prendono il tempo di entrare in questo o in altri ghetti per conoscerne le persone. Queste fotografie, scattate durante le riprese per il documentario “One day One day”, che uscirà prossimamente, ritraggono alcuni dei suoi abitanti.

Fallau nella roulotte senza più ruote dove abita con suo fratello minoreAngela, Bulgara che vive nel ghetto da 1 anno dopo aver perso il lavoro precedente.Una delle entrate del ghettoUomo di mezza età beve un analcolico in un bar del ghetto dopo il lavoro nei campi.Una prostituta in macchina dopo la sua performance in una delle discoteche del
ghetto.una delle telecamere che costeggiano l’ex centro d’accoglienza.uno dei ragazzi al ritorno con il motorino che usa per andare a lavorare.una ragazza che ha lasciato il figlio piccolo per cercare fortuna in Italia e lavora
nel ghetto come parrucchiera.un ragazzo di 20 anni nella abitazione che si è costruito con il lavoro come meccanico
all’interno del ghetto.la porta di una casa.un uomo tunisino con il suo cane appena trasferiti nel ghetto dopo che il suo
permesso di soggiorno è scaduto.Il proprietario di un ristorante kebab fuori dal suo locale.Lamin, su una delle strade pedonali che portano al ghettoun’uomo che da una mano in un ristorante del ghetto aspettando i documenti che
tardano ad arrivare.Fatoma seduto sul suo letto dopo una giornata di lavoro.Uno dei primi cittadini di Borgo Mezzanone nella veranda che ha costruito davanti a
casa sua.

Una casa con issata fuori la bandiera italiana.