Origins

Fotografie di Fabio Fasiello

 

Fare i conti con le proprie origini non è mai facile, soprattutto se come me, dal posto in cui sei nato sei voluto subito andar via. Eppure, volente o nolente, è un posto che mi ha dato tanto. Senza questa miscela di gente e luoghi non sarei chi sono adesso. Ho sempre pensato che andare via fosse l’unica soluzione personale possibile. Non riuscivo, e tuttora non riesco, a scendere a compromessi con le varie dicotomie che un piccolo paese del sud Italia può presentare.
Quando c’è un ritorno si attraversano diverse fasi. All’inizio è come se ci si trovasse in una bolla. Si è in capace di entrare totalmente in contato con qualcosa che si conosce ma che allo stesso tempo è estraneo. A causa della pandemia globale sono tornato nella mia città natale e tramite la mia macchina fotografica ho cercato di rappresentare queste dicotomie, questi contrasti. L’ho fatto lasciandomi trasportare per almeno tre mesi da ricordi, tradizioni, persone, luoghi, rumori, silenzi, sapore, religione e soprattutto bellezza. Ho iniziato ad interagire con il paesaggio costernandolo di presenza umana per ricostruire quella che era la mia quotidianità. Successivamente sono passato ad uno degli aspetti che più sono stati imposti nella mia vita: la religione. Mi sono reso conto di essere totalmente circondato e assuefatto. Ho dovuto ricalibrale il mio occhio per rendermi conto di quanto effettivamente sia invasiva, ma soprattutto radicata nella gente che vive il mio stesso quotidiano. Da qui ho voluto indagare come il cibo è così vicino alla religione e quanto effettivamente possa essere sacro e trascendentale per un essere umano. In fine ho voluto ritrarre le persone a me più care. Coloro che mi hanno cresciuto, che mi hanno reso più forte, che hanno lasciato un solco indelebile nel mio io. Queste sono le mie origini, da qui è iniziata la mia strada che ancora non so dove mi porterà.