Fotografie di Paolo Cenciarelli
Rubrica: Quarantine Diary
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Come quelli di capodanno, il suono di un esplosivo in un posto chiuso. Anzi, il suono dopo l’esplosione, quello che non è silenzio.
Poi gli uccelli, dei piccioni del cazzo, sui rami; ci era passato sotto non tante volte quante ne immaginava; era con lei, sotto il sole, e lei fece una foto, ai rami ed ai piccioni appunto.
L’incrocio lo ricordava, il benzinaio e la pompa di benzina: “qui suonano sempre il clacson”. Rumore di passi veloci su suole di gomma, respiro affannato e ritmico, come a darsi un tono.
I prati al laghetto dell’Eur erano pieni, ma non pieni come al solito. Erano pieni in maniera diversa, erano tutti insieme mentre erano soli.
Il celeste, anche il cielo, era più forte e ricordandosene a casa si rattristò. Poi si mise la tenda della camera da letto in faccia e si scattò una foto; aveva davvero bisogno di respirare l’aria densa di una volta, quella di pochi giorni fa.
Paolo Cenciarelli
“L’infermiera della scuola dice che Bart ha la peste!” “È come la varicella, meglio togliersi il pensiero”
I Simpson
Quando disegno non cerco di salvare il mondo, cerco di salvare me stesso … Non sono un rivoluzionario né un missionario.
Ettore Sottsass
La solitudine genera l’originalità, la strana e inquietante bellezza, la poesia, ma anche il contrario: l’abnorme, l’assurdo, l’illecito.
Thomas Mann