MI BLOCCO

Fotografie di Marco Latini

MI BLOCCO, perché nascere in determinate realtà a volte può tarpare le ali e precludere altitudini.

Ho sempre subito il fascino della periferia.
La corteggio senza soste perché mi mostri ciò che a molti tiene nascosto. Dietro i vecchi vestiti impolverati, oltre i modi ruvidi e l’apparenza ostile, ho sempre pensato si celasse un tesoro nascosto, come un tempio d’orato dimenticato tra le fronde di una fitta foresta.
È necessario andare oltre le apparenze per poter vedere davvero, ed immergersi in un fiume di colori, tradizioni e culture capaci di farti sentire parte di una grande famiglia in grado di tenerti a galla contro qualsiasi corrente.

Ogni blocco ha le sue dinamiche, ed avevo masticato così a lungo le mie da esserne nauseato.
Per questo motivo ho deciso di visitare i quartieri di Milano, senza però limitarmi alla superficie; io volevo andare oltre l’amaro per gustarne il cuore morbido.
MIBLOCCO nasce dalla voglia di nuovi sapori, dal desiderio di scoprire e sperimentare. Ogni scatto deriva da momenti di reale condivisione, i soggetti delle mie foto sono ragazzi con dei sogni, che lottano per realizzarli anche partendo da più lontano.

 

Oltre – Niguarda. zona 9

È un pomeriggio primaverile nel quartiere Niguarda.
Sono il terzo incomodo, per allontanare l’imbarazzo provo a spostare l’attenzione sul tempo. Come potrei ottenere risposte da chi, tutto cuore, non sente il freddo né la fatica.
Almeno ho la macchina fotografica.

“È molto più carina da vicino. È bella addirittura. Ha occhi nocciola chiaro, malinconici, che forse hanno visto troppa periferia e raccontano di cose desiderate e mai avute.”

(Giorgio Faletti)

Sguardo da lontano – Niguarda. zona 9

Stiamo camminando per obiettivi, omologando anche il passo ai ritmi e le dinamiche della vita.
Mi colpisce quante cose abbiamo in comune, ci rifletto mentre percorriamo i punti nevralgici del quartiere senza comunicare davvero. Con i piedi nel vuoto parliamo di sogni, è difficile prenderli se parti da più lontano.

“Abitare la periferia, è vivere in strada.” (Bertrand Vac)

Bianco sul nero – Niguarda. Zona 9

Il nero assorbe tutte le frequenze, il bianco nessuna.
Newton con questa scoperta penso abbia in realtà spiegato molto della natura umana. Ho spesso la fortuna di ricredermi, e ogni giorno l’occasione di scegliere.

“Gli occhi, guardate gli occhi di una persona: il resto è periferia.” (Roberto Renga)

Zattera nel grigio – Bonola. zona 8

Estate, caldo afoso.
Milano sembra arrostirmi a fuoco lento attraverso chilometri di asfalto rovente.

Bonola mi pare un quartiere fantasma;
come ogni periferia infatti, durante l’orario d’ufficio si svuota rimanendo spoglia come gli alberi di inverno. Sorseggio una bevanda gelida mentre cammino con Cesare nelle strade che percorre da una vita.
Mentre ascoltiamo una sua canzone, si toglie la maglia attaccata al corpo come una seconda pelle, sale su una panchina e guarda il quartiere da un’altra prospettiva.
Mi ricorda un fiero marinaio sicuro della sua direzione.

“Ti offro strade difficili, tramonti disperati, la luna di squallide periferie. Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna.”

(Jorge Luis Borges)

Zattera nel grigio – Bonola. zona 8 (2 foto)

Estate, caldo afoso.
Milano sembra arrostirmi a fuoco lento attraverso chilometri di asfalto rovente.

Bonola mi pare un quartiere fantasma;
come ogni periferia infatti, durante l’orario d’ufficio si svuota rimanendo spoglia come gli alberi di inverno. Sorseggio una bevanda gelida mentre cammino con Cesare nelle strade che percorre da una vita.
Mentre ascoltiamo una sua canzone, si toglie la maglia attaccata al corpo come una seconda pelle, sale su una panchina e guarda il quartiere da un’altra prospettiva.
Mi ricorda un fiero marinaio sicuro della sua direzione.

“Ti offro strade difficili, tramonti disperati, la luna di squallide periferie. Ti offro le amarezze di un uomo che ha guardato a lungo la triste luna.”

(Jorge Luis Borges)

Malcostume – Quarto Oggiaro. zona 8

Non ho mai visto delle case così alte.
Yuri ride ma io sono sincero.
Mi sento intimorito; sono palazzi così alti da nascondere il sole, sembrano dei giganteschi mostri dai mille occhi pronti ad imprigionarti senza liberarti mai.
Passa il tempo ed io non scatto foto, sono venuto qui per questo eppure abbiamo ricevuto un’accoglienza così calorosa da dimenticare il mio scopo, da dimenticarmi dei mostri.
Mentre parlo come se non mi fossi mai mosso da casa, mi accorgo che dentro quei muri c’è luce.

“Dio sceglie l’ultimo posto perché nessuno rimanga fuori. Sceglie la periferia, perché nessuno sia lontano.”

(Don Dino Pirri)

Lineare – Quarto Oggiaro. zona 8

Il coltello taglia la carne, ma cosa uccide i sogni?
Io credo che i sogni possano morire solo se annegati,
affondando come relitti tra onde di insicurezze e realtà amare.
Vorrei tutti avessero le stesse occasioni di restare a galla, allora nessuno vorrebbe un coltello.

“I buoni leader fanno sentire alle persone di essere nel cuore delle cose, non alla periferia.” (Warren G. Bennis)

Inbilico – Corvetto. Zona 4

È difficile la vita senza equilibrio,
nessun momento è veramente assaporato quando sei precario, quando non hai appigli, quando non puoi cadere. Non giustifico ma comprendo chi pur di aggrapparsi toglie equilibrio ad altri.
Ammiro, anzi glorifico, chi va più forte degli altri anche con una ruota in meno.

“Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che stanno ai margini.” (Carlo Cassola)

Vite parallele – Corvetto. Zona 4

Ero in Toscana dai miei nonni.
Vivono in una casa in collina, baciata sempre dal sole come una figlia prediletta.
Passavo lì molto tempo quando ero piccolo, così piccolo da non percepire gli anni più leggeri della vita.

In Televisione mandavano in onda Vite Parallele, un programma su alcune ginnaste in corsa per le Olimpiadi. Tra tutti gli attrezzi e gli esercizi, quello che più mi affascinava erano proprio le parallele;
Due aste in legno uguali ma separate, destinate a non incontrarsi mai.
Le vite sono un po’ come le parallele, pur avendo così tante cose in comune restano comunque separate. E solo toccando e vivendo ci si può immedesimare in un altro.

“E poi ci sono quelli che si credono al centro del mondo. Ecco perché amo la periferia!”

(Dbitterstock, Twitter)

Convivenza – Corvetto. Zona 4

Non è facile convivere con sé stessi e riuscire ad accettarsi per come si è.
Cambiare in meglio è necessario, ma lo è altrettanto mantenere la propria originalità; come un colore che prende varie tonalità senza però sfumarsi.

Non è facile convivere con gli altri.
Riuscire a smussarsi per potersi incastrare in qualcosa di più ampio, come pezzi di un puzzle che solo rispettando lo spazio altrui possono formare un disegno.

“Hai scattato?”
Scusa mi ero distratto.

“La periferia è una fabbrica di idee, è la città del futuro.” (Renzo Piano)

SottoTono – Vigentino. Zona 5

Marco, Non è così male stare chiuso in casa. Noi viviamo sottoterra da una vita.

“Più di un miliardo di persone nel mondo vive nelle periferie delle metropoli.” (Robert Neuwirth)

Tempo mio – Vigentino. Zona 5

Ho gli stessi amici da quando sono nato, stesso quartiere, stesse storie, stesso bar.

Vivo nella casa dove è cresciuto mio padre, camera mia era camera sua; persino la scuola che ho frequentato è la stessa che frequentò lui.

Vorrei andare dove la notte è ancora giovane.
Sarebbe l’ideale per me che vivo in una realtà passata, antiquata, oserei dire in pensione. Sì perché qui è tutto vecchio, statico, non si evolve nulla.

La periferia condivide con il centro molte più cose di quanto nessuno dei due voglia ammettere. Sono Come due fratelli litigiosi che condividono lo stesso sangue pur essendo agli antipodi.

“Le periferie non sono un concetto geografico ma sociale. Ci sono quartieri centralissimi a Parigi, ma anche altrove, le cui dinamiche sono periferiche, degradate.”
(Marc Augé)