L’ISOLA CHE C’È

Fotografie di Elisa Bardoni

Isola Serafini, unica isola abitata del Po, vive in simbiosi con il fiume. Dai 600 abitanti del passato, a inizio 2022 ne contava circa 50. A causa dell’intenso spopolamento, riflette in parte il concetto di “Terzo Paesaggio” di Gilles Clément con i “residui”, elementi che, abbandonati dopo lo sfruttamento umano, creano un luogo disomogeneo, senza identità.

Dal 2017 al 2023 alcuni “isolani” hanno creato la Cooperativa “Isola dei Tre Ponti”, per darle nuova vita. La mia famiglia viene in parte da qui: andare “all’isola” simboleggia il mantenimento dei legami, esperienza comune a molti e che assume nell’isola stessa un luogo fisico. Per chi viene da un contesto urbano, sembra di essere fuori dal tempo: si sale a passeggiare sull’argine, si raccolgono frutta, verdura, fiori, si imbottigliava il vino e si grigliava il pesce pescato dal nonno.

Durante la pandemia, il contatto era solo virtuale: “Come va all’Isola?” “Qui? Qui va come al solito!”. Una testimonianza continua del rivivere i luoghi e i cambiamenti, o meno, che attraversano. Loro, e noi.

Ester nell’orto della casa di famiglia, dove vivono Cesarina e Davide. Intorno le piante e le verdure che stagionalmente vengono coltivate per utilizzo personale. Da qui è possibile risalire e raggiungere l’argine del Po.
L’Antica Trattoria Cattivelli, il ristorante dell’Isola, avvolto dalla nebbia invernale. Aperto dal 1947 dalla famiglia Cattivelli, propone una cucina tradizionale ed innovativa, che si basa sull’utilizzo di materie prime locali di alta qualità.
A sinistra, una lezione di cucina, parte delle attività 2022 della Cooperativa “Isola dei Tre Ponti”. Davide, chef dell’Antica Trattoria Cattivelli, sta mostrando come si fanno i “pisarei e fasò”, un piatto tipico del piacentino, fatto di piccoli gnocchetti di pane e fagioli. Sulla destra, il fiume Po.
"Ma lasa lè va la ca sum bröta, cunsöma mia li futugrafij!". "Lascia stare che sono brutta, non consumare le fotografie!" dice Cesarina nel dialetto locale. Sullo sfondo della cucina, sulla destra, la stufa a legna che ancora oggi viene utilizzata durante l’inverno.
Davide e Elena, durante il 2019 rispettivamente Consigliere e Presidentessa della Cooperativa “Isola dei Tre Ponti”. Tra le attività organizzate per promuovere il territorio ci sono state lezioni di cucina, escursioni nella natura, navigazioni sul fiume, e progetti educativi su coltivazioni, piante e altri elementi rurali.
La casetta di legno sopra l’argine del fiume costruita da Luciano, Maurizio e Giancarlo. Vivono tra Piacenza e Cremona, si incontrano lì per chiacchierare, mangiare e passare un po’ di tempo insieme. Chiunque passi di lì è benvenuto a fermarsi per un bicchiere di vino.
Bruno ed Enrico provano nel garage. Dovranno suonare un intrattenimento musicale durante una passeggiata naturalistica organizzata dalla Cooperativa “Isola dei Tre Ponti”. Durante la passeggiata i partecipanti hanno avuto l’opportunità di vedere le piante selvatiche che crescono nel sottobosco del fiume Po.
La centrale elettrica di Isola Serafini, messa in funzione nel 1962, si è dimostrata fonte sia di opportunità che di problemi. Ad esempio, lo sbarramento artificiale dell’acqua è stato di. ostacolo per i pesci che arrivavano nel fiume Po con lo scopo di riprodursi. Questo ha avuto conseguenze sulla pesca locale. Ma le voci dei pochi pescatori rimasti sono state mitigate dall’impatto positivo della centrale sull’economia locale.
Dettaglio dall’interno della nuova serra costruita nel giardino di casa per sperimentare la coltivazione di piante antiche. A marzo 2022 la Cooperativa “Isola dei Tre Ponti” insieme all’azienda Bearesi ha svolto un progetto chiamato “Il testamento dell’ortolano” con l’obiettivo di preservare la tradizione delle coltivazioni nei giardini: in passato questi erano momenti importanti di incontro e condivisione per la comunità, dove giovani e meno giovani si trovavano a lavorare e passare del tempo insieme.
Birba, il cane di famiglia, nel cortile di casa.
Scalogni dal giardino. Scalogno e aglio sono tipici di quest’area, e hanno grande importanza nella tradizione culinaria. L’Antica Trattoria Cattivelli ha vinto nel 2014 il titolo di miglior piatto tipico della Valle del Po proprio grazie alla zuppa di scalogno della chef Emanuela Cattivelli.
Ricordi di famiglia e decorazioni natalizie.
Lina e Ester dopo la festa di compleanno per i 90 anni di Lina. Compleanni, lauree e anniversari a volte sono occasioni per incontrarsi tra famiglie e festeggiare all’Antica Trattoria Cattivelli.
Ciò che vede il fiume, e ciò che vediamo noi guardando lui. Sullo sfondo, a destra, il ponte che da San Nazzaro porta a Castelnuovo. Poco più avanti parte il corridoio di risalita dei pesci, aperto nel 2018 insieme alla nuova conca di navigazione. Gli scavi incontrollati, lo sbarramento legato alla centrale idroelettrica e il minor apporto dagli affluenti causarono un abbassamento dell’alveo del fiume che aveva reso inutilizzabile la prima conca, aperta nel 1962 insieme alla centrale. La nuova permette di riprendere la navigazione fino a Piacenza e potenzialmente fino a Pavia. Poi, attraverso i navigli, da Pavia a Milano e da Milano al Ticino, prevedendo di raggiungere Locarno sul Lago Maggiore. La risalita dei pesci è stata aperta al pubblico per le visite, vedendo un picco di turisti nel 2023, con circa 1500 visitatori. A causa del mancato rinnovo della convenzione legata al turismo ambientale in Emilia Romagna con AIPO, ha dovuto chiudere l’apertura al pubblico a fine 2023, per poco più di un anno: ha riaperto nel febbraio 2025.
La via d’ingresso dell’Isola, appena dopo uno dei tre ponti che la collega alla terraferma.
Sull'argine, da dove solitamente si vede la centrale: d'inverno spesso la nebbia è così fitta da coprire totalmente il paesaggio.
Le luci di Natale accendono l’Isola durante il giorno di Santo Stefano del 2019. Questa è stata l’ultima festività prima della pandemia. Il divieto di spostamento tra regioni messo in atto all’inizio dell’anno successivo ha separato molte famiglie per diversi mesi. Proprio in questo territorio infatti, tanti si trovano a vivere a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna.