Fotografie di Nicolas Brunetti

Il popolo di El Cocuy vive ai piedi della Sierra Nevada, circondato dall’imponente cordigliera andina e dai ghiacciai della Colombia, con 15 cime oltre i 5000 metri s.l.m. I “Cocuyanos” sono gli ultimi custodi delle montagne, in un “pueblo” nel dipartimento di Boyacá, a quasi 2800 metri s.l.m., ormai con poco più di 2000 abitanti. Tra panorami unici e distese punteggiate di giallo dai fiori dei Frailejones, si percepisce una malinconia palpabile. El Cocuy appare sospeso tra la maestosità delle sue montagne e un futuro incerto. L’architettura coloniale del 1500, i muri pastello, i volti segnati dal tempo e le mani che tessono le “ruanas”, poncho locali, testimoniano una cultura che sta svanendo. I giovani lasciano il paese, e l’unico futuro visibile sembra legato agli escursionisti che visitano il Parco Nazionale Naturale, indifferenti alla vita lenta e fragile del pueblo che, in silenzio, si spegne.

Manuel Ruiz Garcia (77).
Vista di uno dei ghiacciai del Parco Nazionale Naturale de El Cocuy, punto di arrivo di uno dei trekking a quota di circa 5000 metri s.l.m.
Saul Diaz Moreno (82).
Vista durante l’ascensione al Pulpito del Diablo, uno dei punti più alti della Sierra Nevada del Cocuy.
Jose Ortiz Cardona (77).
Vista durante l’ascensione al Pulpito del Diablo, si possono notare i frailejones, piante endemiche di queste zone di montagna.
Un cavallo davanti ad una abitazione, attende il suo padrone per accompagnarlo a lavoro nei campi.
Vista durante l’ascensione al Pulpito del Diablo, i fiori dei frailejones trasformano il paesaggio in un giallo acceso e altre piante colorano di rosso l’acqua dei fiumi.
Luis Rios Montoya (78).
Dettagli delle rocce vicino alla cima Pulpito del Diablo, la forma di queste montagne è molto particolare.
Carlos Perez Restrepo (81).
Vista durante l’ascensione al Pulpito del Diablo, in base all’altitudine la vegetazione ed i colori cambiano radicalmente.
Pedro Gomez Valencia (76).
Una delle vie del pueblo di El Cocuy, dove si può notare l’architettura coloniale risalente al 1500 ed i colori pastello delle pareti.
Rafael Vargas Zapata (80).