Fotografie di Patrizia Riviera
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“Il Monte Analogo”: è la montagna simbolica che unisce il Cielo alla Terra; via che deve materialmente, umanamente esistere, perché se no, la nostra situazione sarebbe senza speranza…abbiamo realmente trovato la porta. Solo a partire da questa porta comincia una vita reale.” René Daumal (1908-1944)
Appartengo a una generazione che si è interrogata e che ancora s’interroga, se esiste un modo di attraversare quella porta per incominciare una vita reale. Libri come il Monte Analogo di Renè Daumal, hanno nutrito i nostri sogni e le nostre speranze, insieme alle droghe e ai viaggi. Quello che è rimasto è la sensazione di non appartenere a questo mondo, una non-appartenenza che è responsabile d’isolamento, solitudine, depressione.
Nel Monte Analogo viene tracciato un itinerario iniziatico e metafisico costruito attraverso una narrativa di cui la montagna è un archetipo, un modello. Non c’è stasi e quiete, salita e discesa si rispecchiano e si fondono in una Necessità. In montagna ci si sente in comunione con la natura e con tutto il creato, ci si sente parte di esso, ed è facile raggiungere una dimensione spirituale, riconciliarsi con la propria vita.
Amo la montagna perché mi guarisce.
Daumal non è riuscito a terminare il libro, è morto prima, l’ultimo capitolo incompiuto avrebbe avuto questo titolo:
E voi che cosa cercate?