Teatri di guerra

Fotografie di Luca Campigotto

 

 

«La gioia di guardare dall’alto delle montagne» ha scritto non ricordo chi. Di contemplare dall’alto lo spettacolo sublime delle forme del mondo che si allungano e si contorcono spingendosi verso l’orizzonte. La maestosità delle rocce grigie che, all’improvviso, s’incendiano di rosso, rosa e arancione. Difficile dire dello splendore selvaggio di questi luoghi ancora disseminati di trincee, gallerie, cumuli di filo spinato, lattine arrugginite di cibo. Un museo a cielo aperto. Uno scenario eroico di sconcertante bellezza – fatto di silenzi, oggi appena interrotti dal vento o dal fischio delle marmotte. Uno spettacolo grandioso in tutte le direzioni, perché le montagne regalano spesso la sensazione di un estraniamento quasi mistico. Dal confine con la Slovenia al lago di Garda, i monti sono istoriati con le pietre e gli sfasciumi di legno delle fortificazioni. Le creste formano un merletto di roccia traforata. Un tessuto del tempo disseminato di reperti, una scabra archeologia di guerra.

Marmolada, Galleria d’attacco italiana verso la Forcella “V”, 2013 Valle di Breguzzo, gruppo dell’adamello, postazioni di sbarramento austro-ungariche in alta quota, 2013 Alture di Monfalcone, la Caverna Vergine, ricovero di difesa italiano, 2013 Lagazuoi, vista sulla Tofana di Rozes e i nidi di mitragliatrice austro-ungarici della “Prua della nave”, 2013 Sass de Stria, postazione austro-ungarica, 2013 Tre cime di Lavaredo, Caposaldo austro-ungarico “Demian”, 2013 Cima Bocche, prima linea austro-ungarica, 2013 Torre di Toblin, caposaldo austro-ungarico, 2013 Lagazuoi, Castelletto della Tofana, 2013 Monte Sief, trincea austro-ungarica, 2013 5 torri, comando gruppo d’artiglieria da montagna dell’esercito italiano Tre cime di Lavaredo, veduta dal sasso di Sesto, 2013 Sass de Stria, postazione austro-ungarica verso il Col di Lana e il Monte Civetta, 2013 Marmolada, vista dal Monte Padon, 2013