Fotografie di Erik De Felice
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Sono cresciuto a Praia da Arrifana, nel sud del Portogallo. Ho imparato a surfare ancora prima di nuotare, più o meno all’età di cinque anni.
Arrifana è un paese di soli 661 abitanti, persone da tutto il mondo, un ritrovo, un luogo di ragazzi in cerca di libertà assoluta.
Questo luogo, queste onde, queste persone, mi fanno vivere una vita semplice e sana, apprezzando le piccole cose, l’essenziale. Avere la piena autosufficienza.
L’oceano è di tutti, dei principianti così come dei professionisti e dei grandi campioni. Non hai bisogno di un campo specifico per praticare o per gareggiare. L’unica cosa di cui c’è bisogno per fare questo sport è l’amore e la comprensione dell’oceano.
È lo sport più praticato in questa zona, ne sono attratto profondamente tanto da essere in viaggio ogni settimana, di spiaggia in spiaggia. Ed è questo che facevo anche da bambino: prima e dopo la scuola andavo sempre al mare a fare surf. Era il mio unico divertimento.
Il surf, contrariamente a quello che si possa credere, è uno sport oneroso. Per poter gareggiare a livello agonistico bisogna viaggiare ed essere in grado di sostenersi economicamente durante le trasferte, che durano tutto l’anno.
Senza gli sponsor molti atleti talentosi non avrebbero l’opportunità di diventare dei professionisti.
È’ uno sport molto particolare, non puoi contare su nulla se non sulla tua capacità tecnica maturata nel tempo e sulla tua profonda conoscenza dell’oceano e dei fenomeni naturali. Non c’è nessun sistema che possa aiutare la vita di un surfista. Non sai mai come reagirà l’oceano a quella specifica onda che hai deciso di cavalcare. Può essere l’onda giusta, così come quella sbagliata.
Il surf è uno sport estremo, ogni anno decine e decine di surfisti perdono la vita annegando. La paura deve essere sempre presente perché è l’unica cosa che ti aiuta a sopravvivere. Il surf è adrenalina pura. Quella stessa adrenalina che ti spinge a oltrepassare i tuoi limiti al contempo ti mantiene vivo.
Per me è uno degli sport più belli al mondo. Non puoi controllare nulla. Devi fare affidamento sulle tue capacità, sul duro lavoro svolto durante l’anno e, ovviamente, avere anche un pizzico di fortuna.