Prossimità e solidarietà. La città dei 15 minuti.

In collaborazione con TED circle
Fotografie di Simone Miglio

Un nuovo incontro, una nuova visione, nuovi interessanti spunti da cui lasciarsi trasportare: la seconda puntata di TED Circle è stata questo e molto altro (clicca qui per scoprire quanto emerso nel primo incontro)

TED Circle, lo ricordiamo, è un’occasione di straordinario stimolo per riflettere su quanto riguarda la città. Riprende il concetto tradizionale del TED e lo amplifica: non un solo relatore, ma più persone che si confrontano su un tema dopo la visione di un video TED. Perché la cosa interessante è quello che avviene dopo che uno speaker ha parlato: le persone iniziano a discutere, iniziano a confrontarsi e riflettere su quanto visto. 

Per intraprendere questa seconda tappa del percorso abbiamo chiesto a Sebastiano Leddi, Silvia Orazi (Direttrice della ONG Live in Slums), Barbara De Pasqual (candidata alle elezioni comunali), Alvise Campostrini (Presidente di Le Compagnie Malviste), Marco Morganti (direttore di Impact, Banca Intesa San Paolo), Rossella Miccio (presidente Emergency), François DeBrabant (Founder e Advisor TEDxMilano), Benedetta Marietti (Direttrice Festival della Mente / Co-curator TEDxMilano) e l’assessore Gabriele Rabaiotti di affrontare il tema della prossimità e della solidarietà, ancora una volta guidati dalla moderazione di TEDxMilano.

Partendo dal video di Carlos Moreno, tre giri di tavolo da 3 minuti ciascuno hanno permesso ai relatori di concentrarsi su domande specifiche e di riflettere sulle tematiche che riguardano la città. 

Nel secondo incontro, diversamente dalla volta scorsa, emerge un interessante gioco a doppia scala.

Da un lato, una dimensione del ragionamento maiuscolo della Prossimità, che riflette sul tema delle economie, quella individuale di mercato e quella comune del Terzo Settore e del non profit: fanno riferimento a un’alleanza di sistema macro, quella della città.

Un doppio livello di due sistemi delle economie che potrebbero parlarsi di più, fare qualcosa di diverso insieme, sperimentare realtà comuni. Individuare progetti che sfidino i rispettivi percorsi per fare qualcosa che li metta faccia a faccia e porti a nuove iniziative.

Dall’altro, il tema del ragionamento minuscolo della prossimità e della vicinanza. 

Ci sono luoghi che potrebbero diventare spazi di scuola per la città, i municipi per esempio. Ma anche le stesse scuole sono importanti da considerare: tanto cariche durante la prima parte della giornata, quanto scariche nella seconda fase del giorno, della sera e della notte. Luoghi in cui si potrebbe esplorare un tema di accoglienza accessibile, di saperi che si incontrano in maniera traversale, di introduzione di professioni altrimenti accessibili e inarrivabili. Pensiamo alla psicologia in contesti popolari, a quanto servirebbe, ma a quanto, al contempo, risulti difficile da agganciare. Così come il tema dei servizi, della salute, della sanità. Dei luoghi nascosti, della Milano che resta sotto traccia, non visibile, eppure sotto casa, anche se non l’abbiamo mai conosciuta. Sarebbe interessante articolare attorno alle scuole questo meccanismo che in qualche misura utilizza la loro universalità e moltiplica le loro possibilità.