Da più di sei anni ormai, Perimetro si impegna nel creare e dedicare uno spazio a progetti personali e autoriali provenienti dai molteplici sguardi dei diversi fotografi con l’obiettivo di valorizzare la forza espressiva intrinseca di ogni racconto fotografico.
Per il terzo anno si sono tenuti i Perimetro Awards, una votazione mensile di tutti i progetti che quotidianamente vengono pubblicati sulla piattaforma. A valutare attentamente le storie sono una giuria, sempre diversa e composta da esperti in aree diverse, e il cuore pulsante di Perimetro: la sua community.
Alla fine dell’anno, tutti i progetti che sono stati votati durante ogni mese arrivano alla selezione finale. Le storie protagoniste di questi Perimetro Awards sono state 48. Di queste, 15 sono arrivate nella classifica finale.
Si ringraziano i giurati di Perimetro Awards 2024:
Agata De Laurentiis, Alessandro Curti, Andrea Comollo, Baerbel Reinhard, Bodhi Shola, Claudio Composti, Fabrizio Meris, Francesco Rombaldi, Giada Missaglia, Giuseppe Oliverio, Giuseppe Toscano, Livio Basoli, Luca De Santis, Ludovica Pellegatta, Marco Mucig, Matteo Agostini, Melina Mulas, Melissa Peritore, Micol Angeleri, Niccolò Maria Santi, Sara Munari, Silvia Orazi, Simone Conforte, Stefano Corso, Vanessa Cappella, Veronica Nicolardi

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10° classificato ex aequo
Alice Morelli con TESSUTI PERIFERICI
Tessuti periferici nasce dalla necessità di ri-scoprire Piacenza, nonché la città da sempre abitata e mai realmente compresa.
Il progetto si è trasformato ben presto in un viaggio volto ad uscire dal perimetro urbano, in una ricerca dedita alla riscoperta della piacentinità del precedente ordine. I custodi d’un tempo. Un monito, quindi, espresso al fine di volgere uno sguardo al passato per tentare di tracciare una linea che riesca a confluire nel presente, intersecandolo. Intrecciandoci ad esso.

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10° classificato ex aequo
Irene Ferri con NO OTHER COUNTRY BUT AMERICA
Non esiste nessun altro posto al mondo che abbia in vendita un suo sogno. Non esiste il sogno italiano o quello thailandese o quello cileno: esiste il sogno americano. E basta. Lo vediamo fino a quando, a un certo punto, un punto che non possiamo prevedere né accogliere, non vediamo più niente. E il sogno diventa prima confusione, poi disillusione, infine – se si è abbastanza fortunati da non aver nel frattempo compromesso del tutto l’anima per comprare quel sogno sinistro – distacco. E così, forse, salvezza.

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10° classificato ex aequo
Nicolas Seegatz con SINEDIE – BEAUTY STUDIO TRIPPING
Il collettivo artistico di giovani Ucraini Beauty Studio Tripping raccontato in queste immagini opera al confine tra l’Ucraina invasa e l’Ucraina libera, nelle zone tra Kherson, Mykolaiv, Odessa e Kyiv. Qui, dall’inizio dell’invasione, i ragazzi del gruppo creano opere artistiche con resti bellici trovati sul territorio, mentre si impegnano nella distribuzione di aiuti umanitari, economici e sanitari per le popolazioni colpite dalla guerra e per gli amici arruolati al fronte.
L’obiettivo del loro lavoro, a tratti artistico a tratti umanitario e sempre rigorosamente autonomo e indipendente, è la resistenza.

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9° classificato
Gabriele Rossi con A SILENT SCREAM
La metanfetamina è la droga stimolante sintetica più consumata al mondo e gli ultimi dati segnalano un costante aumento del mercato nell’Unione Europea. La demonizzazione condanna alla clandestinità i tossicodipendenti e li spinge verso pratiche ad alto rischio di vita, dove si consuma al buio e senza possibilità di controlli sulla qualità e sui dosaggi. E’ molto difficile trovare per un tossicodipendente quella forza dentro di sé per chiedere aiuto, un aiuto del quale hanno bisogno e non della nostra pietà, cosicché il loro grido non rimanga un grido silenzioso.

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8° classificato ex aequo
Ada Marino con NEW MOONS
New Moons nasce nel 2023 in risposta al progetto Paterfamilias (2022), nel tentativo di far prevalere la resilienza femminile e costruire da essa un nuovo inizio. L’implementazione del progetto avviene in concomitanza delle leggi contro l’aborto e si ribella alle distinzioni di genere, promuove l’educazione che deve essere impartita fin dalla più tenera età, per preparare le donne a lottare contro l’egemonia maschile, in una sorta di trasmutazione della resistenza e della perseveranza verso una nuova identità sociale consapevole e solida.

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8° classificato ex aequo
André Lucat con THIS USED TO BE MY PLAYGROUND
Il Gaza freestyle nasce nel 2014 come progetto che, tramite arte, sport e improvvisazione, ha alimentato lo scambio culturale con la popolazione palestinese della striscia di Gaza.
Abbiamo costruito due skatepark, un tendone da circo, workshop con le associazioni femminili locali e diversi festival musicali. Attraverso queste attività siamo riusciti a conoscere centinaia di giovani e donne palestinesi di Gaza, e a scoprire cosa volesse dire vivere in guerra sognando pace e giustizia.

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8° classificato ex aequo
Vittoria Di Battista con OROBORO
Il rito dei serpari (o festa di San Domenico) è una tradizione istituita nel 1301 ma con radici ben più antiche, risalenti ai culti della dea Angizia, divinità protettrice contro il veleno dei serpenti, venerata dai Marsi.
La festa si celebra ogni anno il primo maggio. Durante l’evento, i serpari, uomini e donne abituati fin da bambini a catturare i serpenti, avvolgono i rettili intorno alla statua del santo, che viene portata in processione per le vie del paese.

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7° classificato
Sarah Leduc con AILLEURS ICI (ELSEWHERE HERE)
In attesa che il loro destino venga segnato dalle autorità francesi per l’immigrazione, circa 50 migranti sono ospitati in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Lagrasse, un piccolo villaggio nella regione dell’Occitania, nel sud della Francia. In attesa dei documenti che permetteranno loro di rimanere o meno in Francia, le loro vite sono sospese. Nel cuore del villaggio, il Cada è un piccolo pezzo di altrove. Un territorio dove il tempo si dilata e lo spazio si ritrae. Una torre di Babele dove ognuno tiene per sé il proprio dramma, ma tutti condividono la stessa ambigua attesa.

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6° classificato
Claudia Deganutti con RUTH E BILLIE
Questo progetto fotografico esplora il processo di scoperta e accettazione dell’identità personale, raccontando l’esperienze di Ruth e Billie, cresciuti in un ambiente familiare di provincia cattolico tradizionale.
Ruth e Billie sono due fratelli, Billie (18 anni) è nato femmina ma nello spettro di genere si sente più vicino a quello maschile. Essendo ancora in fase di scoperta del suo corpo, al momento rifugge l’idea di una transizione medica. Ruth (22 anni) si sente donna ed è attratta da persone di qualsiasi genere.

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5° classificato
Mauro Curti con RITURNÉ
Riturné (Ritornare in dialetto piemontese) è un tentativo di preservare e perpetuare un legame vivo con un passato che sta diventando storia. Congelare piccoli frammenti prima che si sciolgano, perché ogni cosa è impermanente.
Questo progetto documenta l’esplorazione della relazione uomo-terra, i propri conflitti, il concetto di famiglia e di appartenenza.
E la realtà in cui sono cresciuto, con la sua gente e le sue credenze.

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4° classificato ex aequo
Alessandro Mirai con THE LAST GRAINS OF SAND
Gli “areneros” sono i lavoratori artigianali locali che da oltre 100 anni estraggono le sabbie dal fiume Tempisque utilizzando secchi e buoi, in perfetta armonia con l’ecosistema e la sua sopravvivenza. Oggi, gli “areneros” del Tempisque rappresentano l’ultima realtà tradizionale che si oppone alle aspirazioni contrastanti delle braccia meccaniche, le quali stanno lentamente modificando il corso del fiume per soddisfare i criteri di massimizzazione dei profitti. Soggiogati e osteggiati, gli “areneros” sono una realtà destinata a scomparire, come molte altre.

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4° classificato ex aequo
Gianmarco Sanna con PARADISE
Quanto fa paura il silenzio? Un incessante fischio nelle orecchie che blocca i pensieri e scopre il ricordo dell’origine, quando l’aria era ferma e il silenzio dominava. Poi il rumore, la metamorfosi dell’uomo sulla Terra, da essere creato a scimmia, da scimmia a uomo, da uomo a Distruttore.
Incapace di rendersi conto dei frutti di madre Terra, l’inizio della discesa verso l’abisso, dal poco avere al troppo, dal troppo all’eccesso.

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3° classificato
Daria Addabbo con ACQUE D’AMERICA
Un terzo dell’acqua utilizzata da Los Angeles proviene dalla Owens Valley, un tratto di deserto in California, tra la Sierra Nevada le White Mountains. Sotto l’amministrazione Roosevelt, l’ingegnere William Mulholland diresse i lavori di edificazione di un acquedotto, con lo scopo di portare l’acqua a Los Angeles, che si trasformò, quindi, da polverosa cittadina costiera, in una metropoli, oggi traboccante d’acqua, canali e piscine. Negli anni ’20 era stata deviata così tanta acqua dalla Owens Valley che l’agricoltura divenne impraticabile, causando la rovina economica e ambientale della valle.

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2° classificato
Kinga Wrona con PROJECT 85
Nel 2021, per 85 giorni il vulcano Cumbre Vieja di La Palma è stato attivo. L’eruzione è stata la più lunga nella storia dell’isola e la più distruttiva del secolo scorso in Europa. Migliaia di persone furono evacuate dalle loro case e molti ebbero solo pochi minuti per impacchettare le loro cose. La natura è entrata nella vita delle persone in modo improvviso e inaspettato, mostrando quanto sia stretto e inscindibile il rapporto tra uomo e natura e quanto sia fragile l’ambiente plasmato e gestito dall’uomo.

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1° classificato
Axel Javier Sulzbacher con KIDS WITH GUNS
Il Messico, devastato dalla guerra della droga, deve affrontare sfide difficili.
Dal 2015, il tasso di omicidi di bambini e adolescenti in Messico è aumentato costantemente, in gran parte a causa del reclutamento sistematico di minori nelle bande criminali.
Nella capitale del Michoacán, un gruppo di ex soldati e poliziotti si è riunito per insegnare ai bambini esercizi e procedure militari rigorose, con l’obiettivo di tenerli lontani dalle strade e guidarli verso una vita rispettosa della legge.
Conclusa la classifica stilata dalla giuria, ecco a voi il progetto preferito del pubblico.
La storia più votata vince il premio del pubblico 2024!

1° classificato
Irene Ferri con NO OTHER COUNTRY BUT AMERICA
VOTO DEL PUBBLICO
Non esiste nessun altro posto al mondo che abbia in vendita un suo sogno. Non esiste il sogno italiano o quello thailandese o quello cileno: esiste il sogno americano. E basta. Lo vediamo fino a quando, a un certo punto, un punto che non possiamo prevedere né accogliere, non vediamo più niente. E il sogno diventa prima confusione, poi disillusione, infine – se si è abbastanza fortunati da non aver nel frattempo compromesso del tutto l’anima per comprare quel sogno sinistro – distacco. E così, forse, salvezza.